Carla Cerati La classe è morta copertina del libro

CARLA CERATI – LA CLASSE E’ MORTA

SORIA DI UN’EVIDENZA NEGATA

A cura di Pietro Barbetta
Prefazione di: John Foot
Postfazione di: Silvia Mazzucchelli

Edizioni Mimesis
Collana: Sguardi e visioni
144 pagine
anno: 2023
prezzo 14,25 €


“La Classe è Morta: Uno Sguardo Incisivo sulla Società Attraverso l’Obiettivo di Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin”.

Recensione di Ljdia Musso 

La fotografia è un potente mezzo per documentare la realtà e veicolare messaggi sociali.
Nel 1969, quest’opera di Carla Cerati e Gianni Berengo Gardin denunciò le condizioni inaccettabili dei manicomi, contribuendo alla lotta per la dignità umana e alla chiusura di tali istituzioni. Oggi, di fronte alle sfide della società contemporanea, la fotografia assume un ruolo ancora più rilevante, e il nuovo libro, “Morire di classe”, edito da Mimesis ci invita a riflettere sulle forme mutevoli del disagio sociale e sul ruolo dell’obiettivo del fotografo nel contesto attuale.
Si sente sempre più parlare della questione del valore della fotografia e del fotoreportage nella società contemporanea, con l’avvento della tecnologia digitale e delle reti sociali. Il libro “La Classe è Morta” ci pone di fronte a una domanda cruciale: che fine ha fatto il disagio documentato da Cerati e Gardin? Che forme ha assunto nella società odierna e quale dovrebbe essere il ruolo del fotografo di fronte a queste realtà? Dove dovrebbe rivolgersi l’obiettivo di un fotografo che voglia interrogare la realtà?
Nell’introduzione, Barbetta ipotizza che il nuovo stigma sia la razza, oggi si muore di razza. Questa affermazione solleva complessi interrogativi sulla complessità del mondo delle discriminazioni e delle violenze che affliggono la nostra epoca. In un panorama sociale tanto intricato la fotografia ha un grande valore, ha la capacità almeno per quanto mi riguarda di mostrare al mondo realtà di tutti i giorni in una luce diversa, proprio perché le fissa nella forma in cui si presentano in una maniera univoca e indelebile e ci permette di analizzarle da un punto di vista che sarebbe impossibile nella vita frenetica di tutti i giorni.
Ma proprio come aveva rilevato in “Sulla fotografia” Susan Sontag oggigiorno la fotografia non riesce più ad assolvere appieno a quel ruolo di agente provocatore, vuoi perché l’asticella della sopportabilità di immagini violente si è alzata vuoi perché , a mio modesto parere, le discriminazioni oggi e le forme di violenza connesse sono sempre più sottili e sempre più complesse anche da trattare a livello teorico. “La Classe è Morta” è un libro che merita di essere letto da tutti coloro che vogliono aprire gli occhi e la mente sulle realtà di disagio che ci circondano.